Riapertura dei Termini per il Riacquisto della Cittadinanza Italiana.
A seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 74/2025, una straordinaria opportunità si è riaperta per migliaia di persone che avevano perso la cittadinanza italiana in passato. L’art. 1-ter, comma 1, lett. b), del decreto-legge n. 36/25 come convertito dalla legge n. 74/2025, nel riformulare l’art. 17 della legge n. 91/1992 ha riaperto i termini per il riacquisto della cittadinanza a favore degli ex cittadini nati in Italia a condizioni agevolate.
A differenza dell’acquisizione per discendenza, che si basa sul principio dello iure sanguinis, il riacquisto si rivolge a chi era già cittadino italiano e ha successivamente perso questo status a causa di specifiche circostanze previste dalla legge.
Questa nuova riapertura dei termini offre una seconda chance a chi aveva visto svanire il proprio legame giuridico con l’Italia.
Il Contesto Storico e Normativo
La perdita della cittadinanza italiana è stata, per decenni, una conseguenza automatica di determinate scelte di vita. Molti italiani emigrati all’estero, soprattutto nel secondo dopoguerra, si sono trovati a dover rinunciare alla cittadinanza italiana per ottenere quella del Paese ospitante. In altri casi, la perdita è avvenuta automaticamente per effetto di leggi che non prevedevano la doppia cittadinanza.
La Legge 91 del 1992 ha rappresentato una svolta significativa in questo panorama, introducendo il principio della doppia cittadinanza e prevedendo meccanismi per il recupero della cittadinanza perduta. L’articolo 17, in particolare, ha stabilito che chi aveva perso la cittadinanza italiana poteva riacquistarla attraverso una semplice dichiarazione, purché rispettasse determinate condizioni e tempistiche.
La prima finestra temporale per il riacquisto si era chiusa negli anni ’90, lasciando molte persone senza la possibilità di recuperare la cittadinanza italiana. La recente riapertura dei termini rappresenta, quindi, un’opportunità unica per chi non era riuscito a beneficiare della precedente disposizione o per chi si è trovato nelle condizioni previste dalla legge solo successivamente.
Chi Può Beneficiare del Riacquisto
La normativa attualmente in vigore definisce in modo preciso chi può accedere alla procedura di riacquisto della cittadinanza italiana. Il presupposto fondamentale è essere nati in Italia oppure avervi risieduto legalmente per almeno due anni continuativi, dopo aver perso la cittadinanza per una delle cause previste dalla legge.
Le ipotesi di perdita della cittadinanza che consentono il riacquisto sono indicate, in particolare, negli articoli 8 e 12 della Legge n. 555 del 1912. Si tratta, ad esempio, dei casi in cui la cittadinanza italiana sia stata perduta per aver acquisito quella di un altro Stato, per aver svolto il servizio militare all’estero, o per aver accettato un impiego pubblico da un governo straniero senza l’autorizzazione dell’Italia.
Un caso particolarmente rilevante riguarda coloro che hanno perso la cittadinanza a seguito della naturalizzazione in un Paese straniero. Prima dell’entrata in vigore della Legge n. 91/1992, infatti, l’acquisizione di una cittadinanza estera comportava automaticamente la perdita di quella italiana. Molti emigrati italiani si sono trovati in questa condizione, spesso senza conoscere appieno le implicazioni giuridiche della loro scelta.
Altra categoria significativa è quella dei figli minori conviventi con un genitore che ha perso la cittadinanza italiana. In base alla normativa dell’epoca, anche questi figli perdevano automaticamente la cittadinanza, pur non avendo compiuto alcuna scelta volontaria.
La Finestra Temporale: Dal 1° Luglio 2025 al 31 Dicembre 2027
La Circolare del Ministero dell’Interno ha stabilito con chiarezza i termini temporali entro cui è possibile presentare la dichiarazione di riacquisto. La finestra si è aperta il 1° luglio 2025 e si chiuderà definitivamente il 31 dicembre 2027. Questo periodo di due anni e mezzo rappresenta un’opportunità limitata nel tempo che non potrà essere prorogata.
È fondamentale comprendere che questa scadenza è perentoria e non ammette eccezioni. Chi non riuscirà a presentare la dichiarazione entro il 31 dicembre 2027 perderà definitivamente la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana attraverso questa procedura agevolata. Dopo tale data, sarà necessario ricorrere alle procedure ordinarie di naturalizzazione, che sono significativamente più complesse e richiedono requisiti più stringenti.
Limitazioni e Esclusioni Importanti
Non tutti coloro che hanno perso la cittadinanza italiana possono beneficiare di questa opportunità. La possibilità di riacquisto non si applica a coloro che hanno rinunciato alla cittadinanza italiana o che l’hanno perduta per altri motivi a partire dal 16 agosto 1992, data in cui è entrata in vigore la normativa che garantiva la possibilità di mantenere la doppia cittadinanza.
Di conseguenza, la perdita della cittadinanza dopo il 16 agosto 1992 è considerata una scelta consapevole che non può essere rimessa in discussione attraverso la procedura di riacquisto.
Questa limitazione temporale ha implicazioni pratiche molto importanti. Molte persone che si sono naturalizzate in Paesi stranieri dopo il 1992 potrebbero erroneamente ritenere di aver perso la cittadinanza italiana, quando in realtà potrebbero averla mantenuta. In questi casi, non si tratta di riacquisto ma di verifica dello status di cittadinanza, che richiede procedure diverse.
Un’altra esclusione importante riguarda coloro che hanno formalmente rinunciato alla cittadinanza italiana attraverso atti ufficiali. In tali casi, la rinuncia rappresenta una manifestazione di volontà esplicita e definitiva che non può essere annullata attraverso la procedura di riacquisto. Chi ha rinunciato alla cittadinanza dovrà necessariamente seguire le procedure ordinarie di naturalizzazione.
Implicazioni per i Familiari e l'Importanza Strategica per le Future Generazioni
Una delle caratteristiche più interessanti del riacquisto della cittadinanza italiana riguarda le sue implicazioni per i familiari del richiedente. Quando una persona riacquista la cittadinanza italiana, questo status può estendersi automaticamente ai figli minori conviventi, purché sussistano determinate condizioni.
Questa disposizione assume oggi un’importanza strategica ancora maggiore alla luce delle recenti modifiche normative che hanno introdotto significative limitazioni nella trasmissione della cittadinanza per discendenza. Le nuove disposizioni hanno, infatti, stabilito il limite del nonno come ultimo antenato che può trasmettere la cittadinanza italiana ai discendenti. Ciò significa che chi ha come antenato italiano un bisnonno non potrà più ottenere la cittadinanza per discendenza. La conseguenza pratica di questa limitazione è che molte famiglie di origine italiana rischiano di perdere definitivamente la possibilità di riconnettersi giuridicamente con l’Italia. Se una persona che aveva diritto alla cittadinanza italiana non la rivendica tempestivamente, i suoi figli potrebbero trovarsi nella situazione di avere un antenato italiano troppo lontano nella linea genealogica per poter accedere alla cittadinanza per discendenza.
Il riacquisto della cittadinanza diventa quindi uno strumento fondamentale non solo per il richiedente, ma soprattutto per garantire ai propri figli la possibilità di mantenere il legame con l’Italia. Chi riacquista la cittadinanza italiana entro il 31 dicembre 2027 potrà trasmetterla ai propri figli, che a loro volta potranno trasmetterla alle generazioni successive, mantenendo viva la connessione giuridica con il Paese di origine della famiglia. Questa disposizione ha particolare rilevanza per le famiglie di emigrati italiani che si sono stabilite all’estero. Spesso, intere generazioni hanno perso la cittadinanza italiana a causa delle scelte dei loro antenati, trovandosi poi escluse dalla possibilità di riconnettersi con le proprie origini. Il riacquisto della cittadinanza da parte di un genitore può quindi rappresentare un’opportunità per ricostruire il legame giuridico con l’Italia per l’intera famiglia e per le generazioni future.
Il Valore della Consulenza Specializzata
Le norme sulla cittadinanza italiana sono complesse e spesso difficili da interpretare senza una conoscenza approfondita della legge e della prassi amministrativa. Ogni percorso di riacquisto presenta caratteristiche specifiche, legate alla storia personale del richiedente e alle modalità con cui è avvenuta la perdita della cittadinanza.
Per questo motivo, rivolgersi a un professionista esperto può fare la differenza: una consulenza legale mirata consente di valutare in modo realistico le possibilità di successo, di individuare con precisione la documentazione necessaria e di affrontare ogni fase della procedura con maggiore serenità e consapevolezza.
Nel corso della mia attività, ho avuto il privilegio di assistere numerose persone nel percorso di riacquisto della cittadinanza italiana. Ogni storia è diversa, e proprio per questo ogni pratica richiede un approccio personalizzato, che tenga conto non solo della normativa, ma anche della giurisprudenza e delle circolari amministrative più rilevanti.
La consulenza è particolarmente preziosa nei casi più delicati: ad esempio, quando la cittadinanza è stata persa in circostanze eccezionali, oppure quando vi sono dubbi sulla sussistenza dei requisiti. Un’analisi preliminare ben fatta può evitare inutili perdite di tempo, errori procedurali e spese superflue, indicando con chiarezza il percorso più adatto.
Anche nella raccolta dei documenti l’assistenza professionale è fondamentale: conoscere le fonti archivistiche, le modalità di richiesta dei certificati e i requisiti formali per la presentazione della domanda può davvero fare la differenza tra una pratica accolta e una rigettata.
Investire in una consulenza qualificata significa tutelare il proprio diritto a recuperare un legame importante con l’Italia e accedere nuovamente ai diritti connessi alla cittadinanza. Il valore di questo risultato va ben oltre il costo della consulenza: si tratta di un percorso che merita di essere seguito con attenzione, competenza e cura.